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103 Stabiae, Villa in Via Pimonte, Località Privati.

 

Bibliography

Giordano, C., Cronache Pompeiane 3, 1977, p. 220 ff.

Kockel V., 1985. Funde und Forschungen in den Vesuvstädten 1: Archäologischer Anzeiger, Heft 3. 1985, p. 536.

 

Valentin Kockel

 

Villa in Castellamare di Stabiae, Via Pimonte, località Privati.

Eine weitere Villa (Rustica?) wird von C. Giordano in der Via Pimonte, loc. Privati, erwähnt. Sie ist heute völlig überbaut und damit nicht zugänglich. Wenn es sich bei den Stuckprofilen, wie Giordano meint, tatsächlich um Reste des ersten Stils handelt, dann läge hier ein wichtiger Befund für die Frage nach dem vorrömischen Stabiae vor.

 

Another villa (Rustica?) is mentioned by C. Giordano in Via Pimonte, loc. Privati. Today it is completely overbuilt and therefore not accessible. If the stucco profiles are actually remains of the first style, as Giordano believes, then this would be an important finding for the question of the pre-Roman Stabiae.

See Kockel V., 1985. Funde und Forschungen in den Vesuvstädten 1: Archäologischer Anzeiger, Heft 3. 1985, p. 536 (Abb. 23 Nr. 103).

 

Carlo Giordano

 

STABIAE

In località Privati, nel fondo di proprietà del Signor Di Martino Pietro Paolo, sono stati messi in luce, ad opera del medesimo, alcuni ambienti di un edificio romano. Lo stato di rinvenimento, purtroppo, si limita per lo più ai nascimenti delle murature di fondazione, con qualche lembo delle strutture superiori. L'edificio (del quale restano nove ambienti, modesti in dimensione) per le sue pilastrature litiche e l'opera incerta di materiale calcareo locale appare sorto nell'età sannitica, ed a questa epoca ci riporterebbero alcuni frammenti di fine cornice dentellata in stucco bianco, molto accentuata nelle modanature, che caratterizza appunto il fregio delle pareti pompeiane di primo e secondo stile.

 

Che la costruzione subisse anche dei rimaneggiamenti in epoca romana è fatto accertato dalla presenza di reperti databili a questa seconda fase: quelli di tegole con bolli esibenti le leggende L. Sagini Marii e di fondi di piatti aretini con bollo in pianta pedis: Crispi, oltre a frammenti di coppette, lucerne e pesi piramidali per telaio. Al tempo della costituzione del Ducato di Amalfi, la costruzione della Via amalfitana, che da Stabia menava a quella repubblica, raggiunse anche questo edificio, ritoccandone o forse anche distruggendo alcuni ambienti che venivano a trovarsi sul suo tracciato; sarebbero anche da assegnarsi a questa terza fase alcune strutture che si appoggiano alle altre d'epoca romana. Questo è quanto può desumersi da una prima e superficiale visione dell'edificio che meriterebbe un più attento esame per la conferma delle analisi struttive innanzi rassegnate.

 

Quale attività venisse a svolgersi nell'edificio di Privati non è ancora possibile ben stabilire. La dimensione degli ambienti, di non larga capienza, la mancanza a prima vista di accorgimenti tecnici atti a ipotizzare la presenza di apprestamenti per torchi o trapeti farebbe escludere la sua funzione di villa rustica per la produzione di olio o di vino, mentre la presenza di pesi per telaio ci assicura un'attività di tessitura che troverebbe la sua materia prima nella lana degli armenti pascolanti sulle pendici del monte, ove appunto l'edificio trova la sua installazione. L'amena posizione del luogo, aprico e soleggiato, sito tra il verde dei boschi cedui, le vestigia di una decorazione parietale signorile e di buona fattura, non escluderebbe, d'altro canto, che la costruzione potesse essere la piccola dimora estiva di un borghese agiato, il quale in quel luogo si era portato per godere dei vantaggi climatici che ivi la natura gli offriva, fatto questo che ancora oggi si perpetua per essere i luoghi vicini all'edificio romano costellati di moderni e ridenti villini.

 

CARLO GIORDANO

Vedi Giordano, C., Cronache Pompeiane 3, 1977, p. 220-222.

 

STABIAE

In the Privati locality, in the fondo owned by Sig. Di Martino Pietro Paolo, some rooms of a Roman building were brought to light by the same. The state of discovery, unfortunately, is mostly limited to the remains of the foundation walls, with some edges of the upper structures. The building (of which nine rooms remain, modest in size) due to its lithic [stone?] pillars and the opus incerta work of local calcareous material appears to have arisen in the Samnite age, and some fragments of a fine indented cornice in white stucco would point us back to this era , very accentuated in the mouldings, which characterizes the frieze of the first and second style Pompeian walls.

 

That the building also underwent alterations in Roman times is a fact ascertained by the presence of finds that can be dated to this second phase: those of tiles with stamps bearing the legends L. Sagini Marii and bottoms of dishes from Arezzo with a stamp Crispi within the outline of a foot: as well as fragments of cups, oil lamps and pyramidal weights for looms. At the time of the establishment of the Duchy of Amalfi, the construction of the Via Amalfitana, which led from Stabiae to that republic, also reached this building, retouching or perhaps even destroying some rooms that found themselves along its route; some structures that rest on others from the Roman era should also be assigned to this third phase. This is what can be deduced from a first and superficial view of the building which deserves a more careful examination to confirm the structural analyses previously allocated.

 

It is not yet possible to clearly establish what activity took place in the Privati building. The size of the rooms, not large in capacity, the lack at first sight of technical devices capable of hypothesizing the presence of oil mills or presses would exclude its function as a rustic villa for the production of oil or wine, while the presence of loom weights assures us of a weaving activity that would find its raw material in the wool of grazing herds on the slopes of the mountain, where the building is located. The pleasant position of the place, open and sunny, located among the green coppices, the vestiges of an elegant and well-made wall decoration, would not exclude, on the other hand, that the building could have been the small summer residence of a wealthy bourgeois, who had gone to that place to enjoy the climatic advantages that nature offered him there, a fact that is still perpetuated today by being the places close to the Roman building dotted with modern and charming villas.

 

CARLO GIORDANO

See Giordano, C., Cronache Pompeiane 3, 1977, p. 220-222.

 

 

NO PHOTOS

 

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Ultimo aggiornamento - Last updated: 31-Mar-2023 16:08